I protagonisti del Mondiale? Troppo facile dire Messi, Ronaldo, Balotelli o Iniesta, troppo facile citare giovani già affermati come Pogba, Hazard o Verratti. I “crak” del campionato del mondo proviamo a dirveli noi. Da Navas a Lukaku, le 11 stelle che esploderanno in Brasile:
Keylor Navas (27, portiere, Costarica): fino all’anno scorso faceva il secondo di Munua nel Levante, quest’anno la grande occasione di giocare titolare: 38 presenze, 43 gol subiti e primo portiere a raggiungere le 100 parate in Liga. Occasione sfruttata alla grandissima. Ora lo vuole mezza Europa (tra le tante il Milan), però prima c’è il Mondiale. In un girone di fuoco con Inghilterra, Uruguay e Italia, il Costarica affida le proprie speranze nelle sue mani.
Mattia De Sciglio (21, difensore, Italia): considerato l’erede di Maldini fin da giovanissimo, capace di giocare sia terzino destro che sinistro, è l’unica certezza in un ruolo che nel tempo ha creato non pochi grattacapi alla nazionale di Prandelli. Dopo l’expolit di 2 anni fa, questa stagione non è stata entusiasmante, complici le brutte prestazioni del Milan ed una serie di infortuni che gli hanno permesso di giocare solo 21 partite durante l’anno. Quella del Mondiale è l’occasione per dimostrare di non essere “solo” l’erede di Paolo Maldini.
Lucas Digne (20, difensore, Francia): se a 19 anni il costo del tuo cartellino è di 15 milioni di euro e non fai l’attaccante bensì il terzino, allora le possibilità che tu sia un astro nascente del calcio sono molto elevate. Dopo aver giocato in tutte le selezioni giovanili della propria nazionale fin dall’under-16, l’approdo nella nazionale dei grandi era inevitabile. Nessuno però, credeva avvenisse così presto. Solo 20 presenze in stagione, con la maglia del PSG, ma Blanc non ha avuto dubbi: in Brasile ci va anche Digne. Non da sicuro titolare, certo, ma per uno a cui piace bruciare le tappe, nulla è impossibile.
Sebastian Coates (23, difensore, Uruguay): nell’ Uruguay che alza al cielo la Coppa America 2011 c’è anche lui. Grandi doti fisiche, alto quasi 2 metri, rapido e ottimo colpitore di testa. Oltre ad alzare il trofeo vince anche il titolo di miglior giovane della competizione. Il Liverpool ci mette gli occhi e lo acquista dal Nacional per una cifra totale di 7 milioni. In 2 anni con la maglia del Liverpool non ha mai convinto pienamente e un Mondiale da protagonista può dimostrare ai “reds” che 2 anni fa, ci hanno visto giusto.
Antoine Griezmann (23, centrocampista, Francia): la Real Sociedad lo scopre quando ha appena 14 anni in un amichevole tra le giovanili del Montpellier (dove gioca Griezmann) e del Paris S.G. Poco dopo il giovane francese viene messo sotto contratto dagli spagnoli. E’ protagonista della promozione della Real Sociedad dalla Seguna Division alla Liga nella stagione 2009-2010. Negli ultimi 3 anni la sua crescita è stata esponenziale e tanti club si sono messi sulle sue tracce ma la sua clausola rescissoria parla chiaro: 30 milioni di euro per portarselo a casa. Lui intanto se ne va al Mondiale al posto di un certo Nasri. E scusate se è poco.
Granit Xhaka (21, centrocampista, Svizzera): speranza più limpida del calcio svizzero, dopo aver vinto 2 volte il campionato elvetico col Basilea, passa al Borussia Monchengladbach: 50 partite e un solo gol in 2 campionati. Non un gran bottino, ma le belle parole sul suo conto non sono diminuite. Gli svizzeri credono in lui, tanto che, da tempo, gli hanno assegnato la maglia numero 10 della nazionale. Crede in lui anche Mazzarri che lo vorrebbe all’Inter, anche se dopo il Mondiale il prezzo del cartellino potrebbe schizzare alle stelle.
Adam Lallana (26, centrocampista, Inghilterra): una maglia, quella del Southampton, cucita addosso sin dall’età di 14 anni. Ci ha messo tempo Adam, dal cognome un po’ così, a sfondare nel calcio che conta. Artefice della cavalcata dei “Saints” dalla terza divisione alla Premier League. Dopo una prima stagione tra i grandi, interlocutoria, nella seconda Lallana diventa immarcabilie: velocità, dribbling, e un sinistro che si è visto raramente su un campo di calcio. “Makes Messi Look shite” cantano i suoi tifosi, “colui che fa sembrare Messi scarso”. Se lo dimostra anche in Brasile, allora oltre che consegnare il trofeo alla propria nazionale, perchè non andare a prendersi anche il Pallone d’oro. Quello scarso ne ha vinti 4.
Son Heung-Min (21, centrocampista, Corea del sud): in patria dicono sia più forte anche di Nakata. Praticamente Son, a 21 anni, è già considerato il calciatore più forte mai nato in Oriente. Velocità impressionante, quando parte non c’è nessuna possibilità di fermarlo se non quella di buttarlo giù. L’anno scorso ha lasciato l’Amburgo (squadra che lo ha lanciato) per andare al Bayer Leverkusen che ha sborsato 10 milioni di euro per aggiudicarselo. Dopo un anno è già sul taccuino delle squadra più importanti d’Europa (Liverpool in pole) ma il costo, già elevato, può diventare proibitivo dopo il Mondiale.
Eduardo Vargas (24, attaccante, Cile): Nuovo fenomeno del calcio sudamericano con la maglia del Universidad de Chile, fallimento totale con la maglia del Napoli e di nuovo fenomeno a Valencia dove le sue giocate hanno portato i “pipistrelli” ad un passo dalla finale di Europa League. A Napoli (proprietario del suo cartellino) non sanno ancora quale sia il vero Vargas. Il Mondiale può cancellare tutti i dubbi. In un senso o nell’altro
Joel Campbell (21, attaccante, Costarica): Si fa notare dal mondo tre anni fa, quando va a segno contro la Bolivia nella fase a gironi della Coppa America. L’Arsenal non perde tempo e lo mette sotto contratto. Lo manda a giocare prima con il Lorient e poi con Il Betis dove però non impressiona. Nell’ultima stagione va all’Olympiacos e le sue qualità cominciano ad emergere 8 gol in campionato e sigillo con Il Manchester in Champions League. Wenger non è ancora sicuro che il ragazzo sia pronto per giocare nei “gunners”. Joel in Brasile vuole dimostrare di meritarselo.
Romelù Lukaku (21, attaccante, Belgio): il Belgio che si presenta quest’anno in Brasile è semplicemnte uno squadrone: Hazard, Mertens, Fellaini, Courtois e si è potuto permettere anche il lusso di lasciare a casa Nainggolan. In questa “golden age” del calcio belga c’è anche Lukaku: spesso paragonato a Drogba per le qualità fisiche e il modo di giocare. Con Drogba ci ha giocato, al Chelsea, senza impressionare e allora via in prestito: prima al West Bromwich (35 presente e 17 gol) e poi all’Everton (33 presenze e 15 gol). In nazionale, complice l’infortunio di Benteke (altro talento) il compito di buttarla dentro è tutto suo.